Se le tasse sono un'obbligo il diritto è l'evasione

22.04.2024

Libero arbitrio contro coercizione: questa è la disputa

SE LE TASSE SONO UN FURTO EVADERLE É UN OBBLIGO
Quante volte avete sentito i politici di ogni schieramento, asserire che l'evasione fiscale è il problema più grande del nostro paese? 
La risposta a tale domanda retotica è scontata: un'infinità. Ogni volta che qualche esponente del palazzo elabora un discorso viene quasi sempre posta in primo piano la battaglia contro i furbetti ( anche se sarebbe meglio chiamarli EROI ) del fisco.
Essa viene additata come l'origine di tutti i mali, la principale causa per il malfunzionamento dei servizi pubblici-" Eh se tutti pagassero la sanità funzionerebbe meglio" e altre barzellette che si sentono praticamente ogni giorno. 
La verità è che in una società libera, in cui i diritti degli individui sono formalmente rispettati, le tasse non dovrebbero nemmeno esistere se non su base volontaria. 
Per far capire meglio cosa voglio intendere bisogna fare un passo indietro, fino alle radici teoretiche del liberalismo moderno. Partiamo da questa
ipotetica situazione: gli uomini si trovano nello stato di natura; ogni uomo è
indipendente l'uno dall'altro e non esiste lo stato. Ciascun individuo occupa per
sua volontà un determinato territorio, che può essere ad esempio un pezzo di
terreno, il quale diventa di sua proprietà, dando così origine alla proprietà
privata
. Un giorno due proprietari si incontrano e stipulano un accordo
vantaggioso per entrambi: quello con meno possedimenti concede una parte del
suo terreno all'uomo che ne ha di più, in cambio però della sua protezione.
Questo provoca una reazione a catena per cui anche altri proprietari nelle
vicinanze pattuiscono questo accordo. A questo punto si forma
inintenzionalmente una sorta di governo, che ha lo scopo di difendere la
proprietà.
Osservando che questo processo funziona, anche altre persone molto
più lontane stipulano questo "contratto" con il proprietario più ricco. Egli
acquisisce sempre più potere, finché esso non è tale da esigere che in cambio
gli sia pagato un pizzo, ovvero un'imposta. Talvolta è possibile che il ricco
proprietario vada da un individuo che è fuori da questo meccanismo e gli
imponga di pagarlo come fanno tutti gli altri per obbligarlo ad usufruire del suo
servizio. La differenza è che precedentemente gli uomini avevano scelto
LIBERAMENTE e VOLONTARIAMENTE di sottostare all'influenza di
qualcun'altro, mentre in questo ultimo caso è stato imposto
COERCITIVAMENTE. Tradotto nel mondo reale noi pensiamo che lo stato
abbia il diritto di tassare, anche se in realtà esso non è il fine, bensì il limite
dello stato; Come diceva Locke, il padre del liberalismo classico, - il fine della
legge non è di sopprimere o limitare la libertà, ma di conservarla e
ampliarla(...) la libertà consiste nel disporre e regolare la propria persona, le
proprie azioni, e i propri possessi entro i limiti consentiti dalle leggi a cui
l'uomo è soggetto e in cui non sottostà alla volontà ARBITRARIA di un altro,
ma segue liberamente la propria-
Il diritto esiste non per proteggere lo stato dal
cittadino, ma per proteggere il cittadino dallo stato, dai suoi soprusi e dalla sua
voglia sconfinata di potere.
Non a caso gli antichi romani dicevano che dove vi
è una società non c'è lo stato, ma il diritto, ovvero quelle leggi create dagli
uomini e tra gli uomini, che servono per delimitare lo spazio di azione nei
rapporti sociali. E se le tasse diventano un obbligo, il diritto è l'evasione
fiscale.
    
Maurizio Mombelli