Concorrenza libera, ma non perfetta

25.12.2020

La concorrenza non è mai perfetta

Nell'idea neoclassica del mercato si parla spesso di concorrenza perfetta, un'idea che si discosta dalla visione della scuola austriaca.

Nell'idea generale la concorrenza è perfetta quando si presentano situazioni per cui il singolo imprenditore non sarebbe in grado di incidere sul prezzo.

Un tale sistema presuppone che le informazioni siano uguale per tutti e siano conosciute e interpretate da tutti allo stesso modo.

Un sistema in cui si annullerebbe Il rischio di impresa, per cui ogni scostamento da tale situazioni tenderebbe a creare monopoli e giustificherebbero l'intervento dello stato sul mercato imponendo norme e comportamenti che renderebbero di fatto nulla la personalità dell'imprenditore e la sua capacità di agire; per lo meno ne sarebbe limitato.

Il pensiero della scuola austriaca è, invece, lockeano, nel senso della concorrenza libera che non giustifica l'intervento dello stato.

Quindi la libertà di agire dell'imprenditore è totale e, al contrario di quanto pensi l'idea dominante, l'idea è che, in base alla teoria del valore, vi sia sempre un limite di prezzo oltre il quale il mercato ridurrebbe la domanda del bene. Il prezzo non è unico, ma è elastico e la concorrenza libera presuppone la libertà di differenziarsi liberamente e con ogni mezzo che non sia l'aggressione e/o la coercizione degli altri. 

Nella pratica, ciò che avviene è che le infomazioni pur essendo disponibili non sono conosciute da tutti e, spesso, sono fruibili con modalità differenti su diversi livelli di aziende; questo comporta che ognuno può avere solo parti di informazioni e per di più possono essere interpretate in modo personalizzato dai singoli individui sviluppando una concorrenza dinamica e innovativa che consente di evitare quella perfezione negativa che escluderebbe le capacità personali che, invece, rappresentano il fulcro del progresso.

Ma tutto ciò può avvenire solo nella massima libertà.