Incontri Liberali

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Totalitarismo sanitario, Grande Reset, e rivoluzione antropologica

Massimo Viglione intervistao da Leonardo Facco

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29 settembre 2019. Una data in cui inizia e prende forma il grande reset.

Ma andiamo con ordine, come anticipato, nulla accade per caso; ancor di più se dipende dagli essere umani.

Per comprendere cosa è successo, cosa sta accadendo e cosa accadrà dobbiamo partire da lontano. Potrei partire dagli anni 70, ma sarò più breve e inizio con il dire che alla fine degli anni ottanta abbiamo avuto la strategia "politicamente corretto". Strategia del pensiero unico da imporre (riuscito perfettamente) che si sviluppa negli anni 90 e prosegue fino ai giorni nostri. Coincidente con linizio della globalizzazione;

Ma è all'inizio del secolo con la crisi delle dot.com che prende forma un'azione coordinata del così detto GEO (Global Economic Order). Il primo scricchiolio di un sistema costruito male che non regge si ha allora. Si ha anche il primo (non detto) whatever it takes.

La reazione per sostenere se stessi, il proprio potere e gettare le basi della situazione odierna parte nei primi anni 2000.

Bolla in borsa ( come sempre), crollo e crisi economica mondiale.

La risposta globalizzata:

  1. Abolizione delle regole Roosvelt del 29 sui derivati. Conseguente liberalizzazione per sfruttare al massimo ( come avvenne) l'effetto leva
  2. Puntare a livello mondiale sull'immobilare con indotto enorme attraverso il credito facile a tutti (essendo del settore assicuro anche a chi non avrebbe mai dovuto avere quel credito).
  3. Apertura da parte di tutto l'occidente, senza nessuna richiesta a livello di diritti civili, concorrenza leale, libertà di impresa e personale, libera oscillazione della moneta, alla Cina.

Il grande progetto porta in quegli anni ad uno squilibrio finanziario epocale che già nel 2005-2006 mostra i segni del punto di non ritorno.

Gli incentivi agli acquisti di immobili portarono ad una situazione del credito fuori controllo, poco garantita e creato attraverso io derivati e l'effetto leva.

La Cina, ivece, anch'essa fuori controllo, serviva per mantenere il consumismo facilitato dai prezzi bassi consentiti dal paese orientale.

Esattamente come avviene oggi, c'era chi avvisava, economisti che osavano criticare e mettere in guardia sulle conseguenze inevitabili, ma era tenuto ai margini. Solo chi appoggiava il progetto andava in televisione e poteva ottenere visibilità e credibilità.

Nel punto di non ritorno con una situazione finanziaria al collasso si fece ( come ebbe a dire Bush) la prova con Lheman: facciamo fallire, vediamo cosa succede e poi decideremo.

Lheman fece capire che doveva esserci un altro whatever it takes. Si doveva salvare il sistema. I derivati non si potevano fermare, sarebbe crollato tutto, infatti oggi sono almeno il 50% in più rispetto a 2008.

Non bastavano più le leve finanziarie, il bisogno era maggiore. Si doveva stampare moneta. Esattamente come insegna la scuola austriaca, quando fai debito e non vi sono limiti e correttivi devi continuare ad aumentare il debito all'infinito con conseguenze che, alla fine del gioco, e ci stiamo arrivando sono esiziali.

E quindi, da 10 anni si stampa moneta senza grandi rsultati se non aumentare gli squilibri e rendere sempre più insostenibile il sistema fino a dover arrivare al grande reset.

Nel 2019 si provò, come fatto 10 anni prima con Lheman, con il tapering. La FED non solo interruppe la stampa di moneta, ma iniziò anche a drenare l'eccesso di denaro; contemporaneamente la BCE iniziò a ridurre il QE con la finalità di interromperlo.

Ma già al world economic forum del 2019 si parlava di reset. Il 320% di debito mondiale rispetto al PIL mondiale di cui il 70% in capo all'occidente, di cui il 45% costituito da spazzatura non lasciava spazio a possibilità ottimistiche.

Ma ci voleva una scintilla, un segnale inequivocabile per strutturare un grande reset, ed ecco perchè arriviamo al 29 settembre 2019.

Nella notte di quel giorno, improvvisamente, sul mercato repo (mercato dove si scambiano il denaro le banche) manca liquidità, la sfiducia la fa da padrone e i tassi schizzano al 10%