Milei tra libertarismo, capitali e investimenti. La grande sfida

08.08.2024
La seconda guerra mondiale ha devastato l'Europa e senza il piano marshall che portò capitali e  investimenti il continente europeo sarebbe stato un'altra storia.


L'Argentina, dopo 50 anni socialismo, è come se uscisse da una guerra e si trova nella stessa situazione dell'Europa del 45. É distrutta dal punto di vista economico, monetario e finanziario. Ma peggio rispetto ad una guerra, il socialismo ha distrutto la sua mentalità manageriale e imprenditoriale dalla quale poter riemergere. Milei ha sempre dichiarato che ridurre ed eliminare lo stato avrebbe portato, inizialmente, un peggioramento della situazione.

Ed è quanto è successo. Se le persone restano prive dell'assitenzialismo e del parassitismo a cui si erano abituate, restano nude, senza difese e incapaci di camminare da sole. Ricreare l'abitudine ad arrangiarsi, a darsi da fare, alla meritocrazia e non all'aiuto dell'amico è dificile, doloroso e faticoso. Il libertarismo e le politche libertarie ti danno nuova linfa e ti offrono nuove opportunità, ma è faticoso perchè nulla è gratis e tutto va conquistato.

E tutto ciò che era in suo potere per strutturare la società in linea con i principi libertari Milei l'ha fatto. Basta debito estero, basta debito, fine del deficit, fine dell'assistenzialismo, fine della spesa pubblica assurda, della stampa di moneta e tanto altro.... i suoi provvedimenti in breve tempo hanno portato l'inflazione ai minimi e una libertà nel paese sconosciuta da decenni.

Ma ora c'è la parte più complicata, ricostruire l'economia e farla ripartire veleocemente

Oggi i sondaggi danno Milei ancora su livelli molto elevati e oltre il 50%, ma alla lunga sarà difficile mantenere queste percentuali. 

Senza stampare moneta e senza nuovo debito, Milei e l'Argentina hanno bisogno di capitali e investimenti. Milei ha creato  le condizioni perchè ciò avvenga, ma ora serve la parte politica e finanziaria che non dipende solo da lui. Ottenere capitali che investano in Argentina significa ottenere l'assenso politico.

Ed essitono solo due aree che possono offrire i capitali necessari: L'occidente (Europa e Usa) e la Cina. É chiaro ed evidente che per tanti motivi il meno peggio, senza essere l'ottimale, resta l'occidente.

Poi ci sono due situazioni fondamentali con le quali confrontarsi: la prima è che la politica vorrebbe Milei più mainstream e meno anarco-capitalista, la seconda è che chi detiene i capitali vorrebbe sfruttare la debolezza e l'acqua alla gola del paese sudamericano come già accaduto in passato.

E questi fondamentali spiegano certi comportamenti e certe dichiarazioni di Milei.

Milei non vuole cedere nulla riguardo alla sua politica interna lbertaria, ma politicamente, può assecondare il mainstream occidentale senza venir meno al progetto libertario da realizzare. 

Ed è così che , strategicamente, ha appoggiato politicamente l'Ucraina e Israele. Un appoggio a parole e morale che non impegna militarmente ed economicamente. Soprattutto, nessuno può pretendere nulla considerando la situazione disperata dell'Argentina. Ma in questo modo fa contenta la politica occidentale. 

Dal punto di vista economico-finanziario attrarre capitali presenta delle criticità che consistono nel non cedere a chi vorrebbe apportare i capitali necessari in cambio di un controllo-possesso di risorse del paese che rappresentano la speranza del paese di uscire dalla crisi e di iniziare uno sviluppo economico che porti ad un benessere migliore.

In passato i policanti argentini hanno accettato questo scambio arricchendo se stessi mantenendo nella povertà il popolo e negandogli, in questo modo, qualsiasi possibilità di sviluppo reale.

Milei sembra non volere commettere gli stessi errori, anche perchè non in linea con i concetti libertari.

É chiaro che queste situazioni obblgano Milei a fare, non solo l'economista, ma anche il politico navigato; Milei è costretto a concedere qualcosa, ma senza negare i suoi principi libertari ispiratori. Come ha ben spiegato a Leonardo Facco, l'obiettivo è chiaro, ma il suo raggiungimento non può essere diretto, deve passare attraverso un percorso tortuoso e fatto anche di piccoli cedimenti che sono, però, finalizzati all'ottenimento del risultato finale.

Conoscendo il sistema dei poteri e come si muovono i grandi capitali, nonchè le ingerenze politiche di ogni livello credo che Milei si stia muovendo nel modo giusto. Anche se i puristi storcono sempre il naso spinti, a mio parere, da una filosofia idealista priva di pragmatismo. Affinchè gli obiettivi si possano raggiungere nel mondo reale è fisiologico considerare la situazione, le forze in essere e la realtà del momento, altrimenti la sconfitta sarà una certezza.

Oggi, il mercato dei capitali è globale e gli equilibri cambiano di continuo; non puoi più permetterti di operare in solitario pensando che il tuo paese possa crescere e svilupparsi senza realazionarti e confrontarti con il mondo che ti circonda. Puoi, però, farlo senza rinunciare al tuo credo.

Certamente Milei sta creando un paese anrco-capitalista, totalmente libertario, e questo non piace a nessun paese. Ecco perchè Milei, per ora, è bravissimo a camminare su un filo sospeso dal quale potrebbe crollare in ogni istante.

É una sfida unica e complicatissima che dovrebbe essere sostenuta da chiunque ami la libertà. La speranza è che ce la faccia, che ne esca vincente e che riesca a imporre la libertà e il libertarismo come modello vincente della società. Ma sarà un compito e un percorso difficilissimo che sarà contrastato dal mainstream in ogni modo fino alla fine (e anche dopo perchè nessun potere può amare il libertarismo) e il risultato non è scontato. 

Nicola Argeo Mastropietro